Skip to main content

L’ARTE DEL MASSAGGIO

Il massaggio, in generale, crea un benessere psico-fisico.
Non c’è niente di meglio di un massaggio per liberare l’energia bloccata, quando ci accorgiamo di essere molto contratti in tutto il corpo e di respirare solo superficialmente. Il massaggio inoltre riattiva la circolazione perché provoca una dilatazione dei vasi sanguigni presenti sotto la cute, contribuendo ad agevolare un afflusso maggiore di sangue nelle cellule. Contemporaneamente, favorisce la distensione della muscolatura in seguito alla riattivazione della circolazione linfatica e venosa.
Determina un riequilibrio dei livelli ormonali e un miglioramento della ossigenazione dei tessuti.
In seguito alla liberazione delle scorie cellulari con l’eliminazione delle tossine, migliora anche la condizione dei tessuti stessi.
Un buon massaggio ha infine un effetto benefico su tutto il sistema nervoso, questo perché la pelle e il sistema nervoso derivano dello stesso foglietto embrionale: l’ectoderma.

IL PRIMO CONTATTO

Il senso del tatto è il primo a svilupparsi nell’embrione umano.
Infatti, a otto settimane, quando l’embrione dentro l’utero è lungo appena tre centimetri, e non ha ancora né occhi né orecchie, basta un superficiale sfioramento delle labbra del piccolo essere per provocare l’allontanamento della sua testa in segno di reazione, di fronte a uno stimolo tattile.
Secondo i principi dell’embriologia, una funzione vitale è tanto più importante quanto più precocemente si sviluppa, possiamo quindi presumere che il bisogno di contatto (o di stimolazione tattile) sia un bisogno primario dell’uomo.
L’embrione, ancora molto piccolo nella cavità uterina, è immerso nel liquido amniotico, senza mai venire a contatto con le pareti dell’utero. E riceve una stimolazione tattile molto leggera attraverso i lenti movimenti del liquido amniotico stesso.

In questa prima fase della vita intrauterina, l’embrione sperimenta un continuo e dolce idromassaggio, che non si arresterà neanche di notte, quando la mamma, dormendo, con la sua respirazione lenta e ritmica lo cullerà dolcemente.

Dal secondo mese di gravidanza in avanti l’embrione, poiché cresce più rapidamente della cavità uterina, la riempie completamente. Verso l’ottavo mese la stimolazione tattile non viene più prodotta dall’acqua, ma dalle morbide pareti muscolari dell’utero.
E l’idromassaggio si trasforma in un vero e proprio massaggio ritmico, profondo e avvolgente.

Iniziano poi le contrazioni, dapprima più deboli fino a quelle più intense che permetteranno la nascita. Anche se non ricordiamo l’ultimo mese di gravidanza, la nostra pelle se lo ricorda (memoria cellulare). Il futuro dell’adulto, i suoi comportamenti, le sue scelte, il suo star bene o star male sono legati a queste forti esperienze prenatali.

Alla nascita, sul bambino incombe l’angoscia della perdita definitiva della vita intrauterina dove, cullato e massaggiato giorno e notte, ha vissuto protetto, senza mai soffrire né la fame di cibo, di acqua, di aria, né il caldo o il freddo.

Il neonato, al primo respiro, rivive la biblica cacciata dal giardino dell’eden, e con essa vive la prima e più importante angoscia di separazione, di abbandono, di perdita di sicurezza e del senso di completezza derivante dall’unione intima e perfetta con la madre.

Il distacco originario dalla madre è un’esperienza così traumatica per il neonato che, secondo certe interpretazioni psicoanalitiche, condizionerebbe la sua vita futura. Infatti, l’adulto è dominato dal desiderio, inconscio, di ritornare nella beatitudine del grembo materno, concepito come un paradiso perduto, e, per tutta la vita, nutre nostalgia per il calore, le carezze e la perduta unione fisica con la madre.

A seconda di come si è venuti al mondo, queste condizioni possono essere più o meno forti nell’adulto. Le condizioni possono essere differenti: parto naturale, parto in acqua, cesareo, complicazioni durante il parto, cordone ombelicale intorno al collo, parto in ospedale, in casa, rumore e luci dell’ambiente circostante, umore e attenzioni di medici, ostetriche ed infermieri, emozioni dei familiari, ecc.

Quando il bambino diventa adulto, riesce a colmare questo suo bisogno di contatto fisico, in parte attraverso rapporti affettivi e sessuali; in parte cercando altre fonti di gratificazione, meno coinvolgenti emotivamente, ma che riescano a dare una risposta alla sua ricerca, come per esempio il massaggio, che si è rivelato uno degli strumenti più efficaci in questo senso, in quanto è in grado di alleviare il trauma e l’angoscia legati alla perdita primaria del contatto materno.

In India, paese di antica saggezza, il massaggio viene praticato tenendo presente proprio questo suo aspetto terapeutico, tant’è vero che questa pratica viene da secoli tradizionalmente applicata ogni giorno dalla madre al proprio bambino, per aiutarlo e predisporlo a una crescita serena, senza bruschi impatti con la realtà.

Giulia

error: Content is protected !!